giovedì 2 dicembre 2010

España-Portugal 2018: il giorno del giudizio

La candidatura ibérica si è giocata tutte le sue carte, stamattina alle 10, a Zurigo, in Svizzera, dove una folta delegazione guidata dai presidenti del Governo della Spagna José Luis Rodriguez Zapatero e del Portogallo José Sócrates, con Iker Casillas e Luis Figo come rappresentanti più visibili (Cristiano Ronaldo, capitano del Portogallo, è rimasto a Madrid per un infortunio), ha presentato Spagna-Portogallo 2012 alla FIFA, prima della votazione finale.
Da giorni i media spagnoli raccontano con mucha ilusión, e con molto nazionalismo, la candidatura ibérica. Di tanto in tanto si dimenticano di nominare il Portogallo, così come fa spesso anche l'opinione pubblica, parlando del Mundial de España. Fai notare che magari è il mondiale iberico e che non si è mai detto l'Europeo dell'Olanda o dell'Austria e allora ti dicono che per dimensioni e popolazione loro sono molto superiori al Portogallo e sarà superiore anche l'investimento della Spagna nell'eventuale mondiale e "non è che perché hanno vinto un'amichevole a Lisbona di colpo sono più importanti di noi". Per cui, a Mondiale non ancora assegnato, speri già che alla finale del Santiago Bernabéu (perché sì, nonostante certi spagnoli, continui a sperare che il Mondiale del 2018 vada alla candidatura ibérica) ci arrivi il Portogallo e si prenda tutte le rivincite che si merita. Ma non pensate che tutti gli spagnoli siano nazionalisti e insopportabili, anche se è più facile ritrarre loro, per ovvie ragioni. C'è anche chi spera che questo Mondiale 2018 sia una specie di prova generale per una futura federazione dei due Paesi, che ha già un nome, lanciato anni fa da José Saramago: Iberia.
Nonostante quello che raccontano i giornali italiani, Spagna-Portogallo ha tutte le carte in regola per aspirare all'organizzazione dei Mondiali, più di Belgio-Olanda, che non ha né stadi né strutture alberghiere sufficienti, più dell'Inghilterra, che ha meno posti alberghieri di quelli richiesti e più stadi da costruire, più della Russia, che ha nei trasporti, nei fusi orari e nella bassa qualità dei suoi posti alberghieri il suo punto debole. Spagna-Portogallo propone 21 stadi, per altrettante città, anche se solo due, Lisbona (che propone due stadi) e Oporto, sono portoghesi (per dire, l'Andalusia ha lo stesso numero di città candidate, Siviglia e Malaga); la maggior parte degli stadi è già costruita, per cui l'investimento è minore di quello richiesto da altre candidature. La candidatura ibérica conta anche con il maggior numero di posti alberghieri, è l'unica candidatura che sfiora quota 100mila stanze (l'Inghilterra supera a stento le 10mila, la Russia, l'unica in grado di fare ombra agli iberici su questo punto, non raggiunge, come già detto, la qualità delle stanze di Spagna-Portogallo); i trasporti dei due Paesi iberici contano sulla rete dell'AVE spagnola, che nel 2018 sarà la più estesa del mondo e collegherà anche Madrid e Lisbona; sia nel Portogallo che in Spagna la passione per il calcio non deve essere spiegata e così l'entusiasmo popolare per la candidatura congiunta che, come già detto, fa sognare ai più anche nuovi scenari politici. Insomma, come vedete, le carte per ottenere l'assenso della FIFA ci sono tutte. Ma.
Tocchiamo legno, ferro e tutto quello che è necessario. Anche Madrid 2012 prima e 2016 poi avevano tutte le carte in regola per ottenere l'organizzazione delle Olimpiadi, con la maggior parte delle strutture già costruite, l'entusiasmo popolare alle stelle e gli investimenti in parte già realizzati. Sappiamo come è andata.
Spagna-Portogallo ha presentato la sua candidatura a Zurigo aprendo a tutti gli ispano e luso parlanti, che, come ha detto José Sócrates, "sono in tutti i continenti", dunque, è una candidatura europea, ma che possono sentire propria milioni di persone nel mondo; José Luis Rodriguez Zapatero invece, con la modestia che lo contraddistingue, ha affermato che "potremmo organizzare il Mondiale anche il prossimo mese, se necessario", poi è passato ai numeri e ai dati: "I due Paesi saranno collegati dall'alta velocità, la rete delle autostrade mette in comunicazione tutte le città e 50 aeroporti tra i più moderni e capaci d'Europa. La penisola iberica, inoltre, è la prima destinazione turistica del mondo, con 70 milioni di turista all'anno, cosa che dà idea della nostra capacità alberghiera per soddisfare tutti i cittadini del mondo".
Miguel Ángel López, il direttore della candidatura ibérica, ha spiegato: "4 milioni di spagnoli e di portoghesi giocano a calcio. Per questo la nostra candidatura si regge su tre premesse. La prima sono le città e gli stadi di primo livello, il cui criterio di selezione è stata la capacità alberghiera, l'implicazione calcistica, la flessibilità delle comunicazioni, lo stadio già costruito e l'equilibrio geografico. La partita inaugurale, la finale, le semifinali e la partita per il 3° e 4° posto si possono giocare in 5 stadi diversi". Ha poi sottolineato l'impegno ambientale, assicurando che "per ogni gol segnato si pianteranno 1000 alberi", e ha insistito sull'etica della candidatura, assicurando che "abbiamo rispettato il fair play", contro le polemiche inglesi che volevano gli iberici in combutta con il Qatar.
Più che le parole, però, sono stati i video a raccontare questa candidatura: un susseguirsi di immagini delle moderne infrastrutture, dell'enorme calore popolare, della straordinaria ricchezza culturale dei due Paesi, della passione per il calcio. A chiudere la presentazione è arrivato Ángel María Villar, che è anche membro del Comitato Esecutivo della FIFA; il suo discorso è stato appassionato ed emotivo, non ha avuto paura di toccare lo scandalo che ha sfiorato la candidatura ibérica, assicurando la pulizia del suo agire, e ha detto, sorprendendo un po' i presenti, ma spiegando perfettamente la passione per il calcio che si respira nei due Paesi: "La storia del calcio nella penisola iberica è una storia allo stato puro, forma parte indissolubile delle nostre vite, è tema di conversazione quotidiana, abbiamo realizzato un grande fenomeno sul sacrificio di generazioni e generazioni. Non parliamo invano. Abbiamo l'allegria e il calore dei tifosi. Vogliamo offrire, in beneficio del calcio mondiale, il miglior servizio. Il portinaio di casa mia mi dice la formazione che dovrebbe avere la nazionale".
Secondo le ultime indiscrezioni e gli ultimi conti dei media spagnoli Spagna-Portogallo 2018 dovrebbe contare su 9 voti su 22 (Argentina, Paraguay, Brasile, Turchia, Camerun, Egitto, Costa d'Avorio, Qatar e Spagna) e dovrebbe quindi passare il turno per un'eventuale successiva votazione; se la sua presentazione avesse convinto altri due membri del Comitato Esecutivo, arriverebbe alla maggioranza assoluta e non ci sarebbe bisogno di un nuovo turno (Joseph Blatter, il presidente della FIFA non vota se non in caso di pareggio). I conti sono favorevoli, ma, come già detto, meglio toccare ferro, legno o quello che si preferisce: la FIFA parlerà oggi alle 16, quando comunicherà il nome del Paese, o dei Paesi, che organizzeranno il mondiale del 2018. Diretta su fifa.com e su marca.com; il video della presentazione di Spagna-Portogallo 2018, 47 minuti di durata, potete vederlo qui