lunedì 7 marzo 2011

La Chiesa espelle il prete argentino Nicolás Alessio, favorevole ai matrimoni gay, ma non i preti pedofili

Nicolás Alessio, il 53enne prete argentino allontanato l'anno scorso dalla Chiesa per aver difeso la legge che permette il matrimonio delle coppie dello stesso sesso, è stato espulso dal sacerdozio. Lo annuncia oggi Clarin, che riproduce parte della sentenza emessa dal Tribunal Interdiocesano de Córdoba dopo "un processo canonico che non ha precedenti in questa provincia né per la velocità né per la gravità del verdetto". Secondo la sentenza padre Nicolás Alessio ha rifiutato la dottrina descritta e ha parlato per iscritto e con la parola, sui mezzi di comunicazione, contro il magisterio ecclesiastico, ha manifestato disobbedienza e pertanto gli si proibisce di celebrare i sacramenti e vivere nella casa parrocchiale di San Cayetano. Dove, aggiunge il quotidiano di Buenos Aires, è vissuto per 27 anni. Clarin intervista padre Alessio e le sue risposte meritano una profonda riflessione, soprattutto da parte di chi si riconosce nei valori cattolici (non solo un altro mondo, ma anche un'altra Chiesa è possibile). Per leggere l'intervista in spagnolo il link è questo.

- Si aspettava un simile castigo?
Era nel calcolo delle possibilità, ma non così rapidamente né con tanta durezza. Mi hanno condannato ed espulso per pensare in modo diverso. Consideri che questa stessa Chiesa non ha neanche ammonito sacerdoti pedofili come il Vescovo Edgardo Gabriel Storni, che vive comodamente qui, a La Falda, nelle sierras di Córdoba, o Julio César Grassi, entrambi con condanne giudiziarie per abuso di minorenni. Non ci sono state sanzioni neanche per Christian von Wernich, condannato per reati di lesa umanità. C'è l'impressione, allora, che questa Chiesa tolleri torturatori e violentatori nelle sue fila, ma non chi pensa in modo diverso e osa dirlo in pubblico.
- Perché crede sia così?
Perché il nucleo del potere nella Chiesa è ed è stato l'occultamento, il "di questo non si parla". Mi sono animato a dire le cose che credo debbano cambiare. E questo si paga in questo modo. Con l'espulsione. Li ha infastiditi che abbia parlato perché la Chiesa è maestra nell'occultamento, nel estire l'impunità in silenzio. Il matrimonio gay, per di più, sfiora un tema che li fa sentire a disagio ed è legato alla sessualità. Loro continuano a considerare malate e perverse le persone gay.
- A ottobre, quando le discussioni erano accalorate, lei ha espresso opinioni molto forti contro il cardinale Bergoglio…
E' che mancava solo si mettessero a bruciare la gente. Nella lettera che ha scritto alle monache, parlava della lotta contro "il maligno", il diavolo: come nel Medioevo. Tutto in termini di Guerra Santa. Un ritorno indietro incredibile, all'Inquisizione. Impensabile in pieno XXI secolo.
- E adesso come pensa continuare?
Faccio parte di un gruppo di sacerdoti tercermundistas, Enrique Angelelli. Siamo una sessantina, tra sacerdoti in esercizio, con impegno per i poveri, e sacerdoti sposati. Crediamo che un'altra Chiesa sia possibile. La cosa che adesso ci preoccupa è che l'arcivescovo Carlos Ñáñez vuole distruggerci. A maggio sostitirà il padre Victor Acha, nella parrocchia La Cripta, in cui ci riuniamo, e in cui prima officiava Messa anche il prete ribelle Giullermo Mariani, che ha pubblicato un libro di memorie in cui ha confessato aver avuto storie d'amore. Vogliono spazzare via noi e la Chiesa che rappresentiamo e mettere lì un sacerdote della linea ufficiale. Vogliono ridurre al silenzio noi che pensiamo in modo diverso.