venerdì 3 agosto 2012

El Pais: Tutto il potere a Mario Draghi, nuovo Richelieu d'Europa

Un'analisi di El Pais che va controcorrente, dopo l'attesissima riunione dei vertici della BCE di ieri. Se la maggior parte degli analisti ritiene che il presidente Mario Draghi sia stato sconfitto dai falchi del Nord Europa, El Pais offre un altro punto di vista, considerando che il presidente della BCE sia " riuscito a teledirigere la politica europea delle prossime settimane". Ecco come (l'articolo in lingua originale è su elpais.com)

Ecco a voi Mario Draghi, l'uomo più potente d'Europa, tanto nelle procellose acque dei mercati come nel Mar dei Sargassi della politica continentale. Alcuni giorni fa, a Londra, ha inarcato leggermente il sopracciglio e i mercati sono usciti di corsa come conigli. Oggi, a Francoforte, Draghi ha usato le aspettative create per teledirigere tutti e ognuno dei movimenti importanti della politica europea delle prossime settimane.
Uno: la Spagna è invitata a completare tutte le riforme imposte dall'Europa e a chiedere un umiliante secondo salvataggio,m una richiesta che dovrebbe arrivare così presto come domani, se il presidente Mariano Rajoy vuole evitarsi un castigo superlativo dei mercati, sempre che si garantisca che non ci saranno eccessive ulteriori condizioni. Due: l'Italia si beneficerà indirettamente del salvataggio spagnolo, ma è molto, molto probabile che anche lei si veda obbligata a richiederlo non appena la sua situazione politica si chiarisca. Tre: gli alleati europei devono dare il via libera a questi due salvagente (che non sono interventi totali come quelli di Grecia, Portogallo e Irlanda, ma salvataggi parziali, dovuti alle grandi dimensioni di queste due economie) senza condizioni ulteriori eccessivamente onerose in termini politici, con un clima sociale che peggiora in Spagna e con il rischio di un futuro governo anti-euro in Italia. E quattro: se tutto questo succede la Germania e la sua Bundesbank dovranno smetterla con la loro ortodossia e lasciare mano libera alla BCE (cioè a Drghi) per mettere fine alle insopportabili tensioni nei mercati come e quando lui vuole. Insomma, tutto il potere a Draghi, una specie di nuovo Richelieu della politica continentale.
La giocata ha un punto machiavellico. Il presidente della BCE agita con una mano lo spauracchio di un intervento e con questo utilizza gli investitori per i suoi fini, provocando prima un attacco di panico dei mercati (cosa che mette in evidenza il potere delle sue parole, infinitamente maggiore di quello di 100 piani di aggiustamento) e dopo i Governi, che obbliga a fare quello che vuole con vaghe promesse, con la constatazione che solo lui può controllare la situazione. Con l'altra mano torea i falchi del suo Consiglio di Governo e di Berlino, dimostrando che per il momento non ha speso un solo euro e che ci sarà aiuto solo se gli Stati rispettano tutte le sue condizioni.
Il potere della BCE va molto al di là della politica monetaria. E' politica secca, pura e dura. La giocata ha un solo problema: continua a basarsi in questa chimerica falsità che bisogna continuare con i tagli al Sud, perché torni la fiducia, con l'economia spagnola che si sta ellenizzando a tutta velocità, con l'Italia e la Spagna con un mezzo piede fuori dai mercati, con l'austerità che causa stragi nell'economia mal definita reale. E continua a giocare con il fuoco dei mercati, che potrebbe arrivare a essere devastante (se non lo è già) e provocare un incidente. Parlando di incidenti, ci sono appena riferimenti alla Grecia, nelle ultime settimane.
Rajoy presenterà domani il budget biennale del 2013 e 2014 che si era impegnato di presentare e dovrà essere molto più concreto (e pertanto avrà molti più problemi domestici) di quello che credeva. Non appena si convocherà l'Eurogruppo, chiederà aiuto al fondo di salvataggio temporaneo (EFSF la sigla in inglese). Se rispetterà tutte le riforme e misure a cui lo obbligava il primo dei salvataggi (quei 100 miliardi per le banche che sembrano già di un'altra era), l'unico dubbio che c'è è se questo secondo salvagente, che supporrà un intervento dell'EFSF nel mercato primario (nell'asta del Tesoro) o nel mercato secondario, includerà condizioni ulteriori. E' molto probabile che la Spagna si veda obbligata ad applicare qualche ulteriore taglio, relativo a pensioni o al sussidio di disoccupazione, secondo le fonti consultate. L'Esecutivo farà bene a mettere tutta la sua macchina diplomatica in funzione, per evitare che queste misure addizionali erodano la malata economia spagnola, che cammina a passi decisi verso una recessione profonda e duratura: questa è l'unica cosa che può giustificare una certa dilatazione nella richiesta del secondo salvagente. In tutto il resto, Rajoy dovrebbe sbrigarsi a compiere fino all'ultimo desiderio dell'onnipotente Draghi: resistere servirà solo per ricevere maggiore castigo dai mercati, per avere ancora meno potere di negoziato.
Nota: la cosa paradossale del caso è che un Governo che ha il sostegno di una maggioranza assoluta in Parlamento sia nelle mani del presidente di una Banca Centrale che non è eletto democraticamente. La politica europea insiste a dare più potere a un'istituzione suppostaamente indipendente e quando questa lo usa, i Governi le chiedono spiegazioni per agire in quanto tale e finiscono con l'accusarla di essere una "banca centrale clandestina". Ma questa è un'altra storia.