sabato 4 agosto 2012

La Catedral, il lussuoso carcere di Pablo Escobar diventa una casa per anziani

All'inizio degli anni 90, Pablo Escobar, il narcotrafficante più famoso del mondo, raggiunse un accordo con il Governo colombiano: non sarebbe stato estradato negli Stati Uniti e in cambio si sarebbe consegnato, per essere rinchiuso nel carcere La Catedral, in un piccolo Comune, Envigado, alle porte di Medellin, la capitale del suo regno e allora una delle città più violente del mondo, se non la più violenta.
La Catedral non era un carcere come gli altri. Doveva il suo nome alla forma di croce latina, ma non per questo ispirava i suoi abitanti alla religiosità. Al suo interno c'erano abitazioni piuttosto lussuose, sale da giochi, una palestra, un campo di calcio e persino una cascata naturale. Più che un prigioniero, Pablo Escobar era il signore e il padrone della Catedral: riceveva i suoi amici e i suoi familiari senza alcun tipo di restrizione, organizzava feste con abbondanza di alcol, droga e donne e, ovviamente, controllava i suoi traffici illegali, ordinando anche assassinii, come se fosse stato a casa sua.
Quando l'opinione pubblica colombiana venne a sapere delle attività di Escobar nella Catedral, l'allora Presidente della Repubblica Carlos Gaviria fu costretto a trasferirlo in un vero carcere, ma il delinquente lo seppe con un certo anticipo e il 21 luglio 1992 si diede alla fuga, per essere poi ucciso un anno dopo dalla Polizia a Medellin, durante un'operazione per arrestarlo.
Con la fuga di Escobar La Catedral rimase a lungo vuota. E, siccome tra le tante leggende che circolavano sul narcotrafficante c'era anche quella che nascondesse grandi ricchezze nel carcere, gli abitanti di Envigado presero d'assalto l'edificio, alla ricerca dell'inesistente tesoro (se mai c'era stato, evidentemente Escobar lo aveva portato via con sé). Per qualche tempo de La Catedral rimasero solo le rovine e i turisti che la raggiungevano, incuriositi dalle leggende sul famoso narcotrafficante. Poi.
Nel 2007 l'edificio venne affidato a un gruppo di monaci benedettini, che decisero di trasformare il luogo in cui "era stato abbondante il peccato", in un posto di raccoglimento e di preghiera. Così, laddove il trafficante più famoso del mondo dirigeva i suoi affari mafiosi, decideva sulla vita di amici e nemici e teneva i suoi festini sfrenati, i monaci costruirono una cappella, un caffè e una biblioteca "per i bambini della zona con poche risorse economiche". E, affinché la vita e i peccati di Pablo Escobar e degli uomini che con lui furono in carcere a La Catedral non vengano dimenticati e servano da monito e insegnamento, hanno realizzato uno spazio con immagini e cartelli che ricostruiscono vita e leggenda del narcotrafficante più pericoloso del mondo e che rendono omaggio anche agli uomini che denunciarono i suoi traffici, perdendo per questo la vita, i politici Rodrigo Lara Bonilla e Carlos Galán, il giornalista Guillermo Cano.
Il lavoro di trasformazione de La Catedral potrà dirsi concluso a settembre, quando i monaci benedettini inaugureranno il loro progetto più ambizioso: la casa di riposo per gli anziani senza risorse. "In questa casa troveranno ospitalità gli anziani in difficoltà economiche o disabili e non dovranno pagare per il loro soggiorno" hanno detto i monaci ai media. Per poter assistere i futuri ospiti, i quattro monaci che vivono stabilmente nel complesso stanno studiando e ricevendo lezioni apposite su medicina e assistenza agli anziani. Così il carcere del peccato diventa davvero luogo di pace, facendo onore al suo nome.