giovedì 13 giugno 2013

I libri che si svolgono a Siviglia. Possibili letture d'estate

Le chiavi con cui i lettori entrano nel blog, offrono spunti interessanti: in tanti entrano cercando libri su Siviglia o libri che si svolgono a Siviglia.
Mi è capitato di parlare varie volte di parlarne, ma non ho mai scritto un post sulla letteratura che sceglie Siviglia come sfondo delle sue avventure. E' bene rimediare, soprattutto alle soglie dell'estate, la stagione che più di tutte invoglia alla lettura. E buona parte dei libri che si svolgono a Siviglia sono scorrevoli e piacevoli, mantenendo desta l'attenzione fino all'ultima pagina. Perfetti per le spiagge o i lunghi spostamenti in treno o in aereo.
In italiano sono usciti vari libri:
- La pelle del tamburo di Arturo Pérez Reverte. E' uno dei miei libri preferiti in assoluto e il migliore che ho letto dedicato a Siviglia, perché la città è grande protagonista, con le sue idiosincrasie e le sue abitudini. Il giovane e ambizioso sacerdote Lorenzo Quart, viene inviato dal Vaticano a Siviglia per indagare su una serie di morti misteriose, legate a una speculazione edilizia che si vorrebbe fare sui terreni di una piccola chiesa del Barrio de Santa Cruz; in città il sacerdote entra in contatto con antichi casati aristocratici, banchieri ambiziosi, preti disillusi e suore ambigue. Rimane affascinato dalla duchessa Macarena Bruner, una delle donne più mediatiche della città, divorzianda da un banchiere e legata a un torero per dispetto, e dalla madre, duchessa per diritto proprio e donna dalle mille sorprendenti risorse (se vi capiterà di intravedere nelle due dona Cayetana de Alba e sua figlia Eugenia, non sarete stati i soli). Intorno a loro anche un'altra Siviglia, più trianera, più copla, flamenco y olé. La cosa bella è che chiunque abbia vissuto a Siviglia può riconoscere tantissime cose della città, nei personaggi del libro; e chi non è mai stato a Siviglia può farsi un'idea realistica di mentalità, passioni e idee dei sivigliani. Nel desincanto e nelle amarezze, nella ribellione e nelle sorprese, si intravede l'animo romantico di Pérez Reverte. Soprattutto si ama il suo grande affetto per Siviglia, per le sue debolezze e per questa capacità che ha di rimanere sempre uguale a se stessa e di amarsi come poche, nel suo provincialismo e nelle sue abitudini, nonostante sia così cosmopolita, grazie a turismo ed Erasmus.
Dello stesso autore, se amate l'avventura, c'è L'oro del Re, un'avventura del Capitano Alatriste: è il Siglo de Oro, Siviglia è il porto delle Americhe e il capitano è incaricato di creare una formazione di uomini avventurosi che vegli senza scrupoli sull'oro del Re in arrivo dalle colonie americane e diretto ai debiti del sovrano. E' un ritratto senza sconti della Siviglia del Siglo de Oro: la città più ricca dell'Europa dell'epoca, che costringeva i propri abitanti alla picaresca, la sopravvivenza di espedienti e piccoli imbrogli, la miseria che sfociava nella violenza e nella prostituzione, a causa delle enormi disuguaglianze sociali e della mediocrità della sua classe dirigente. Ci sono alcuni passaggi, del giovanile amore tra l'ingenuo Íñigo e la furba Angélica, che ritornano alla mente, passeggiando per Santa Cruz; a volte, dietro il Patio de Banderas, non è difficile immaginarsi il fruscio delle gonne di Angélica, che gioca con il il tenero aspirante amante.
- La vendetta di Siviglia di Matilde Asensi. E' stata una delle piacevoli sorprese di qualche tempo fa; un libro comprato e letto semplicemente perché si svolge a Siviglia e poi capace di raccontare una Spagna inaspettata, che in genere non arriva mai a chi conosce superficialmente il Paese. Siamo nel Siglo de Oro, alla seconda puntata della trilogia di Catalina Solís, giovane di buona famiglia spagnola trasformatasi in pirata con il suo alter ego Martin Ojo de Plata, per difendere l'onore della propria famiglia. Dopo l'avventura ai Caraibi di Terra Ferma (che non è necessario aver letto, per leggere La vendetta di Siviglia: io non l'ho letta), Catalina torna in Spagna, a Siviglia, per salvare suo padre dalle prigioni del Re. Ma arriva in tempo solo per promettergli di vendicare la sua morte, avvenuta in un'oscura e infraumana prigione sivigliana. Per compiere la sua promessa, Catalina usa il suo tesoro e si trasforma in una ricchissima vedova appena arrivata dai Caraibi: si muove abilmente nell'alta società sivigliana, dalla religiosità ipocrita e dall'esibizionismo spaventoso della sua ricchezza, e si fa aiutare, per la sua vendetta, dai pícaros dell'altra Siviglia, quella che sopravvive miseramente nelle strade, senza dimora e senza lavoro, nonostante l'incessante arrivo dei tesori delle colonie americane. Così, in una storia d'avventure e vendette, si scoprono le basi d'argilla dell'impero spagnolo, le ragioni della sua fragilità e della sua caduta, nonostante la disponibilità delle maggiori ricchezze mai prodotte in terra americana. Una storia che, come ama ricordare Arturo Pérez Reverte, con una certa rabbia e molta amarezza, si è appena ripetuta: la Spagna della democrazia, che ha avuto a disposizione i grandi finanziamenti europei e ha creato grandi ricchezze con la bolla immobiliare, non ha saputo costruirsi alternative, non ha saputo diversificare la sua economia ed è precipitata nuovamente nella povertà, ancora una volta a causa del'inettitudine della sua classe dirigente. La storia si ripete.
- La serie dell'Ispettore Falcón (in italiano sono usciti L'uomo di Siviglia, La moschea delle ombre) di Robert Wilson. Quattro libri che raccontano le indagini del tormentatissimo ispettore Javier Falcón, figlio di un famoso pittore spagnolo dalla vita rocambolesca e avventurosa, in una Siviglia che non è proprio da cartolina. Non ho ancora letto i suoi libri, il più famoso dei quali è L'uomo di Siviglia, ma mi sono stati raccomandatissimi e ho intenzione di leggerli. Anche perché se i precedenti sono libri di autori spagnoli, questi sono scritti da un inglese, in inglese, e sarà dunque interessante leggere lo sguardo sulla città di uno straniero. Da questi libri è stata tratta anche una serie televisiva britannica, Falcón, che, ho appena scoperto, si può vedere anche nel web, sottotitolata in italiano.
A chi capisce lo spagnolo vorrei segnalare due libri ancora, che ho molto amato, scritti da due giornaliste sivigliane, Nerea Riesco e Eva Diaz Pérez. Il primo, El elefante de marfil, di Nerea Riesco, si svolge tra il 1755 e la Guerra d'Indipendenza spagnola dell'inizio del XIX secolo e si ispira a una leggenda, che vuole che un re cristiano e un re moro si siano giocati a scacchi il controllo di Siviglia. Nel libro è il possesso della Giralda, il campanile di Siviglia, antico minareto musulmano, che dipende da una partita a scacchi non ancora terminata, nonostante siano passati secoli dalla caduta dei regni islamici in Andalusia. Sullo sfondo di questa partita, la storia di una famiglia di tipografi imprenditori, guidata da magnifiche donne, e di una Siviglia decadente, provinciale e sempre povera, dopo aver perduto anche il porto esclusivo delle ricchezze americane, passato a Cadice a causa del Guadalquivir non più navigabile. Ci sono anche passaggi dedicati a Carmona, deliziosa cittadina a circa 40 km da Siviglia e raggiunta dai protagonisti del libro dopo ore e ore di cavalcate. Il secondo libro più che un libro che si svolge a Siviglia è un omaggio di Eva Diaz Pérez alla propria città; probabilmente stanca di vederla ritratta secondo stereotipi, la giornalista di El mundo ha scritto Sevilla, un retrato literario, in cui riscopre il ruolo di Siviglia nella letteratura, andando a cercare i luoghi e la topografia in cui si sono mossi i protagonisti dei libri ambientati in città e i loro stessi autori, da Castiglione a Lord Byron, da Jorge Luis Borges a Marguerite Yourcenar. Un ritratto insolito, che scopre quanto Siviglia sia stata e sia fonte di ispirazione per la letteratura.