mercoledì 28 febbraio 2007

Non toccate il ponte Zubizuri di Calatrava! L'architetto denuncia Bilbao

Santiago Calatrava, l'architetto della Città delle Arti e della Scienza di Valencia, del Torso Turning di Malmoe e di tante altre opere, ha appena denunciato il Comune di Bilbao per attentato alla proprietà intellettuale, per aver modificato il suo ponte pedonale Zubizuri, una delle opere architettoniche più note e più discusse della Bilbao post Guggenheim Museum. La passerella attraversa il fiume cittadino e arriva nei pressi di un complesso urbanistico disegnato da Arata Isozaki. Per unire il tratto tra il ponte pedonale e il complesso il Comune ha deciso di realizzare una nuova passerella e di affidarla a Isozaki. Apriti cielo. L'architetto valenciano giura di aver fatto di tutto per avere spiegazioni dal Comune, ma non ha ricevuto risposta e ha addirittura saputo dell'inizio dei lavori "da un quotidiano gratuito". Sente perciò che c'è stato un "attentato" contro la sua opera ed esige che si torni all'impostazione originale dell'area, con la sua sola passerella, o che gli sia corrisposto un indennizzo per danni morali: "E' un argomento culturale, di protezione dei diritti d'autore. Non è un tema né economico né politico" fa sapere il direttore dei suoi uffici Fernando Villalonga, che ha presentato la denuncia. L'opera di Calatrava è stata "snaturata" e ha perso tutta la sua "simmetria": "Distruggere in questo modo un lavoro è un attentato ai diritti morali di Calatrava, come autore, e vogliamo che si riconosca". Il Comune ha la proprietà materiale del ponte, ma non quella intellettuale e morale, che è dell'autore, secondo Villalonga. E' un tema complicato: è vero che un'opera è dell'architetto, ma è anche vero che è parte di una città viva e deve quindi adattarsi alle esigenze, che cambiano, che si evolvono e che magari sono diverse da quelle artistiche del suo autore.
E infatti la reazione del Comune non si è fatta aspettare e ha preso di mira proprio le non sempre convergenti necessità dell'arte e della vita quotidiana. La passarella Zubizuri ha 10 anni di vita e non gode precisamente di buona fama a causa del suo pavimento in vetro. Bilbao è una città del nord, nel nord della Spagna il clima è atlantico, dunque piove spesso; il vetro con la pioggia si bagna e, soprattutto, diventa scivoloso. Ecco perché è famoso il ponte di Calatrava a Bilbao: perché chi lo percorre non sempre sa se arriva integro dall'altra parte. Come ha potuto, un architetto della fama e dell'esperienza di Calatrava, dimenticare che il clima bilbaino non è come quello valenciano? e come si può spiegare un pavimento in vetro se non con esigenze artistiche completamente scollate dalla realtà quotidiana di migliaia di persone?
"Adesso basta con la dittatura di Calatrava e del suo ponticello!" è esploso il sindaco Iñaki Azkuna "Come possiamo arrivare a un accordo con una persona che dice che ci chiederà non si sa quanti milioni? che stia attento perché magari finisce che è lui che deve indennizzare tutti quelli che sono scivolati sulla sua passerella: su quel ponte ci sono cadute più persone che in una pista di ghiaccio. Continua così e lo denunciamo anche per tutte le lastre che si sono rotte e abbiamo dovuto sostituire".
Il match tra il Comune e l'architetto di fama mondiale è appena iniziato. Sono in gioco il diritto di una città ad adattare alle sue esigenze un'opera pubblica, il diritto di un architetto a riconoscere il suo lavoro, gelosie tra artisti di fama mondiale (da Bilbao fanno sapere che Calatrava sapeva del prolungamento del suo ponte e probabilmente non avrebbe detto niente se il lavoro fosse stato assegnato a lui). Insomma, tante cose.
E c'è poi anche l'ironia di chi assiste a questa disputa, utilizzando tutti i giorni la controversa Zubizuri. Guardate cosa scrive El Pais di Bilbao: "Il nostro sindaco si è pure messo contro Calatrava, autore della passarella che quelli del PNV hanno battezzato, in un momento di finezza, con il nome kitsch Zubizuri, perché all'architetto valenciano non gli è piaciuto proprio per niente che un altro realizzi il prolungamento del ponte pedonale. Adesso risulta che il sindaco, beccati questa che ce l'avevamo pronta, ricorda all'architetto valenciano, dieci anni dopo, che non faccia tante storie, dopo tutte le cadute e le lesioni provocate dalle sue lastre di cristallo. E' un gesto di ingratitudine, perché quante generazioni hanno imparato a pattinare su questa superficie, quanta solidarietà c'è stata su questo ponte, aiutando le vecchiette a rialzarsi, che occhiate di accordi segreti si lanciavano sottecchi i pedoni che si incrociavano volendosi dire: se io cado, chiama un'ambulanza che farò lo stesso se succede a te. In questo ponte abbiamo imparato che l'artistico in architettura è in genere nemico del funzionale e che è meglio fare le case e i ponti come li disegnano i bambini, che non creano problemi"